sabato 1 novembre 2008

Da Corniglia a Vernazza con la Scuola Media di Monterotondo

Quando ho ideato questo blog era mia intenzione focalizzare la mia attenzione sui sentieri meno conosciuti del mio territorio, evitando di soffermarmi su quelli più famosi come ad es. il sent. Azzurro del Parco Nazionale delle Cinque Terre, o l’ Alta Via dei Monti Liguri, dei quali è possibile trovare in letteratura e in rete molto materiale.
E invece eccomi qua a contraddirmi per descrivervi un tratto del Sentiero Azzurro (n°2 della numerazione CAI) e precisamente quello compreso tra Corniglia e Vernazza, percorso oggi (30 ottobre 2008) accompagnando per lavoro i ragazzi della classe 3° della SM di Monterotondo clienti del tour operator La Grande Miniera dei Viaggi .
Con me un altro collega, Marco col quale abbiamo condiviso il percorso dividendoci le classi.

Descrizione sintetica del percorso
Si parte dalla Stazione Ferroviaria di Corniglia (Punto info PN5T) per raggiungere il borgo di Corniglia, situato a circa 90 m slm attraverso una stradina che fiancheggia la ferrovia e una serie di rampe a gradini (via Lardarina, circa 360 scalini). Il percorso prosegue fiancheggiando la chiesa parrocchiale di San Pietro e incrociando poco più avanti la strada asfaltata nei pressi del casottino dove il personale del Parco controlla le Card 5T (oggi chiuso). Da qui, dopo aver attraversato il Rio della Groppa con il Ponte del Canale, inizia una stradina selciata in pietra che attraversa degli uliveti, salendo fino a raggiungere un punto segnalato dalla colonnina di emergenza n° 10 da cui si gode un magnifico scorcio sul Borgo di Corniglia e sulla sottostante spiaggia di Guvano. In alto si scorge in nucleo di case di San Bernardino sotto il quale inizia la nicchia di distacco della grande paleofrana di Guvano. Proseguiamo quasi in piano mentre la stradina selciata si fa più stretta, fino ad uno slargo con qualche panchina situato all’incirca dove il sentiero intercetta la frana. Si sale ancora un po' fino alle case di Prevo (208 m s.l.m.) la quota più elevata si incontra lungo questo tratto. Da Prevo si apprezza la valle di Guvano e la particolare morfologia di questo tratto di costa caratterizzato da versanti ripidi interrotti da “terrazzi marini”. Si prosegue verso Vernazza alternando tratti di scalinata in discesa a tratti più o meno in piano sempre attraversando uliveti ma anche zone incolte invase da una ricca macchia mediterranea e alcuni tratti più rupestri con aride pietraie. Ormai arrivati a Vernazza il panorama è davvero suggestivo sui tetti del borgo e le antiche strutture difensive.


Tempo di percorrenza: circa 2h (1 h e 30’ dal Paese)
Lunghezza: 4 km
Quote salienti:
  1. Stazione FS 10 m s.l.m

  2. Corniglia S. Pietro 95 m s.l.m.
  3. Punto panoramico 160 m slm-Punto sosta c/o frana di Guvano 155 m slm.
  4. Prevo 208 m slm-Vernazza 4 m slm

Fruibilità: questo tratto di sentiero, come tutto il sentiero litoraneo n° 2 che collega tutti e cinque i borghi, è percorribile previo pagamento di un biglietto di acceso (vedi le diverse tipologie di CARD 5T); i ricavati sono utilizzati tra l’altro per la manutenzione dei percorsi e il ripristino dei muretti a secco. Il lieve dislivello e le condizioni del fondo lo rendono adatto quasi a tutti; qualche problema potrebbe averlo chi soffre di vertigini per alcuni tratti esposti ma comunque protetti da parapetto.


Caratteristiche del fondo: percorso quasi completamente selciato in pietra, con tratti in corrispondenza della paleofrana di Guvano di sentiero sterrato; gradini in legno poco prima della paleofrana consentono di superate un punto difficoltoso (attenzione ai gradini scivolosi in caso di pioggia!). A causa della grande affluenza di escursionisti, nel tempo si è notato una certa erosione di alcuni tratti.

Segnaletica e servizi di emergenza: un tempo il percorso era segnato da un segnavia bianco/azzurro; oggi di quei segni rimangono poche tracce, sostituiti dalla più consona segnaletica CAI. Una novità è costituita da alcune tabelle poste lungo il percorso con recati i numeri di emergenza ed informazioni utili per la localizzazione del punto in caso di emergenza. Le colonnine di emergenza a energia solare collegate alle centrali operative del 118-115-1515 sono invece presenti ed attive già da alcuni anni.

Criticità e note stonate: considerando la grande affluenza sui sentieri specialmente durante la buona stagione e durante le festività, occorre prestare attenzione alle persone che procedono

in senso opposto, adottando tutte le misure per facilitare il transito garantendo la propria e l’altrui sicurezza. Nell’area sosta della frana di Guvano è presente da molti anni una “gattara” con una decina di gatti randagi; considerando le condizioni igieniche dei poveri gatti, i rifiuti sparsi attorno, teli di plastica allestiti come rifugio, scatolette di cibo sparpagliate, non è proprio un bel vedere...
La presenza di un contenitore dei rifiuti posto lungo il sentiero tra Prevo e Vernazza potrebbe essere una buona idea ma purtroppo ricordo come in primavera con il grande flusso di "turisti" lo stesso si presentasse stracolmo mentre il servizio di raccolta molto saltuario. E se si rispolverasse la vecchia abitudine di riportarsi i rifiuti fino a casa come ben sa chi abitualmente frequenta la montagna?
Il crollo dei muretti a secco, elemento caratterizzante del paesaggio, è uno dei problemi prioritari che il Parco Nazionale si è posto; il pagamento di un biglietto per accedere al sentiero è finalizzato a perseguire questo obiettivo. L'immagine mostra un tratto di muro crollato tra Prevo e Vernazza.
Note positive: mi piace particolarmente il cartello che invita a non usare le buste di plastica, peccato lo abbia visto solo a Vernazza; mi auguro che presto si giunga ad una loro abolizione, come previsto dalle normative europee. Finalmente, i nuovi contenitori per la raccolta differenziata !

Presenza di acqua potabile: a Corniglia trovate diverse fontane pubbliche, tre nelle vicinanze della chiesa, tutte con ottima acqua. Presso la paleofrana di guvano non contate sulla piccola sorgente quasi sempre a secco. A Prevo c’è un bar aperto stagionalmente (mesi estivi e festività, non tutte). Anche a Vernazza trovate un paio di fontane pubbliche.

Prevo: piccolo nucleo di case di mezzacosta (208 m slm) che si incontra circa a metà cammino lungo il sentiero. Alcuni storici locali hanno ipotizzato per Prevo origini molto antiche, supponendo, anche su basi etimologiche, addirittura un’origine di epoca romana. Secondo tali studiosi Prevo sarebbe sorta come antica stazione di sosta e cambio dei cavalli a servizio dell’antica Via Littoranea . Purtroppo solo ipotesi, anche se affascinanti, non suffragate da documenti storici.

Note storiche e geologiche sulla Paleofrana di Guvano
La paleofrana è generata dal concorso di particolari condizioni geologiche: il contato tra due unità geologiche differenti (Le unità Toscane e le Unità di Canetolo) fortemente tettonizzate, la presenza di una falda acquifera, la particolare giacitura e composizione delle Unità di Canetolo. Entrambe sono costituite da rocce sedimentarie ma mentre le unità Toscane sono rappresentate in questo trato di costa da solide torbiditi arenacee, l’Unità di Canetolo è costituita da argilliti, brecce calcaree, calcareniti, calcisiltiti, che oltre ad essere fortemente alterate tai movimenti tettonici, sono per loro natura soggette ad assorbire l’acqua, aumentando di volume e assumendo una consistenza plastica, tutti fattori che contribuiscono a innescare fenomeni franosi.
Le cronache raccontano come la notte fra il 26 e il 27 dicembre 1853 un’enorme massa di rocce e terra si mise in movimento appena sotto il borgo di San Bernardino colassando in mare dove ancora oggi è possibile osservare il caratteristico fronte di frana aperto a ventaglio sulla costa. Cesare Zolfanelli e Vincenzo Santini descrissero la vicenda nella Guida alle Alpi Apuane del 1874: “la pressione dei materiali confusamente ammassati appiè alla balza, fu tale che alcuni massi evidentemente sconnessi, i quali formavano scogli sottomarini davanti al piccolo seno di Guvan, furono spinti dal basso in alto ed emersero rivestiti di coralli e madrepore che d’un trato si trovarono in un elemento per essi micidiale
Il movimento franoso non si è mai arrestato del tutto tanto che il primo tracciato a binario unico della linea ferroviaria doveva essere periodicamente raddrizzato a causa del lento movimento del terreno che tendeva a trascinarlo verso mare. Attorno al 1960, in occasione del raddoppio della linea, si decise di far passare il tracciato ni galleria, abbandonando definitivamente il tracciato scoperto. Oggi, affacciandosi dal sentiero, è possibile vedere in fondo alla vallata di Guvano l’imbocco delle due gallerie abbandonate ed intuire il vecchio tracciato
(Bibliografia: A. Casavecchia, E. Salvatori “Il parco dell’uomo, vol 2-La storia e la pietra” Parco Nazionale delle Cinque Terre, 2003 )

Flora e vegetazione: il percorso è caratterizzato dagli uliveti, a volte in stato di abbandono. Sono tenuti inerbiti e a primavera sono caratterizzati dalla fioritura dall’ acetosella gialla (Oxalis pes-caprae) una pianta alloctona ormai naturalizzata, con un temperamento decisamente infestante.
Degna di nota la presenza nei pressi della paleofrana di un endemismo, l’euforbia spinosa ligure (Euphorbia spinosa subsp. ligustica) che normalmente vive sui substrati ofiolitici. Da Prevo a Vernazza ancora uliveti ma anche macchia mediterranea e tratti a vegetazione rupestre. Spiccano in questi ambienti le grandi infiorescenze delle agavi.

Segnalazione faunistiche: in questo tratto si osserva spesso il più grande passeraceo europeo: il corvo imperiale (Corvus corax) ha infatti un'apertura alare che può raggiungere 1,3 m. In Italia è presente con popolazioni piuttosto localizzate, e non è frequente incontrarlo.

Protagonisti ed interpreti:ecco i ragazzi della SM di Monterotondo, col viso coperto per motivi di privacy(!?)...ciao ragazzi, siete stati simpatici! Un saluto anche alle insegnanti e all'accompagnatore Michele della DIMAV Italia, un simpatico entusiasta che essendosi innamorato di una bella lastra di ardesia non ha potuto fara a meno di "camallarsela" per tutto il tragitto! Ebbravo, saluti anche a te! E infine Marco, il mio collega Guida, qui rappresentato mentre emerge come un turione di asparago dalla vegetazione, saluti anche a te!


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