martedì 30 dicembre 2008

Proseguono le nostre scorribande alla scoperta dell’entrorerra della Liguria di Levante, luoghi per tanti versi ancora sconosciuti e affascinanti anche per noi che vi risediamo. Propongo agli amici della Compagnia dell’Assurdo un itinerario tratto dalla guida “A piedi in Liguria” Vol.1 (vedi bibliografia). Il giro proposto (Itin. 505) è piuttosto lungo e decidiamo, considerando le giornate corte e le mie condizioni fisiche post influenzali ancora non proprio perfette, che è più opportuno abbreviarlo.

L'escursione in breve: arriviamo in auto a Chignero (381 m.s.l.m.), un piccolo nucleo di case sparse alle pendici del Monte Manico del Lume. Dal paese, nei pressi della cappella dedicata a San Rocco, imbocchiamo la mulattiera che sale a Passo Serra. Salendo si esce dal bosco, il panorama di fa brullo e la vegetazione più rada e bassa. Il pascolo del passato e gli incendi hanno profondamente condizionato la copertura vegetale. La salita è dolce grazie ad una piacevole mulattiera ben progettata e costruita. Essa probabilmente permetteva a greggi e pastori di raggiungere il crinale a ritmo costante, con continuità e senza strappi.
Sul crinale il panorama è ampio e si affaccia sulla val Fontanabuona, l’Appennino e la riviera ligure. Proseguiamo sul sentiero che fiancheggia il versante sud del Monte Bello praticamente in piano. Superata una sorgente situata lungo il percorso, ci fermiamo a mangiare su Costa della Serra da dove si gode di una bella visuale sul Monte Manico del Lume e sull'anfiteatro roccioso che protegge il borgo di Chignero dai venti settentrionali . La nostra escursione, per oggi, finisce qui e decidiamo di rientrare percorrendo lo stesso sentiero a ritroso. Torneremo per completare l’anello che avevamo inizialmente ipotizzato di fare, proseguendo lungo una sella a quota 530 per poi rientrare al passo della Serra seguendo il crinale roccioso del M. Bello (la carta lo segna con tratto puntinato e quindi un poco difficoltoso).
Percorribilità: percorso su sentiero e mulattiera senza particolari difficoltà
Segnavia: FIE ad eccezione del tratto di crinale tra M. Bello-P.so della Serra che è privo di segnaletica





Dislivello totale in salita: 482 m (533 m se si sale anche sul M. Manico del Lume)
Lunghezza: 6,5 km considerando il giro ad anello e salita sul M. Bello.
Tempi percorrenza:
-Chignero-Passo della Serra: 1h
-Passo della Serra-Sella sud (incrocio sent di crinale per M. Bello (530 m slm)): 1h
-Sella sud (incrocio sent di crinale per M. Bello (530 m slm))-P.sso Serra: 1h 30’
-P.sso Serra-Chignero: 40’

Presenza di acqua potabile: sorgente lungo il sentiero di mezzacosta sul versante sud del M. Bello a quota 600 m circa)
Punti di appoggio e ristoro lungo il tragitto: nessuno se si esclude una casella con tetto in piagne e senza porta, situata sul versante nord del Monte Bello, comoda solo nel caso si venisse colti ta un improvviso acquazzone e nulla più





Collegamenti e mezzi di trasporto: è possibile raggiungere Chignero con le linee autobus 85 e 86 da Rapallo FS (Tigulliotrasporti)

Caratteristiche del fondo: brevi tratti selciati, sentiero. In buone condizioni generali; prestare attenzione alle rocce calcaree che possono essere scivolose in caso di pioggia e tempo umido.





Ambienti e note naturalistiche interessanti: come già accennato, la vegetazione di questi monti è stata fortemente condizionata dalle attività di pascolo e dalla pratica del fuoco controllato. Mentre alle quote inferiori troviamo boschi misti di castagno e roverella con qualche pino marittimo, alle quote superiori prevale la vegetazione erbacea ed arbustiva con ginestra dei carbonai, ginestra comune, ginestrone, erica arborea, asparago selvatico, timo comune, qualche leccio e pino marittimo. Osservate molte rosette di foglie di orchidacee.

Note Geologiche: la rada vegetazione permette di apprezzare le forme geologiche, le pieghe e le stratificazioni dei Calcari di Monte Antola che caratterizzano questi monti. I Calcari di Monte Antola (Paleocene – Turoniano) appartengono alle Unità Liguridi depositate su un antico fondale marino, oggi scomparso, che si trovava all’incirca dove attualmente si trova la Corsica. I movimenti tettonici che hanno dato origine all’Appennino traslarono questi depositi sopra le Unità Toscane determinando infine l’emersione degli strati. Si tratta quindi di depositi marini di calcari marnosi, marne calcaree e marne argillose, in sequenze stratificate.

Perchè lo consigliamo: per la sua panoramicità, perchè in primavera offre notevoli soddisfazioni agli amanti della flora e delle orchidee.
Note stonate e degrado: la segnaletica sarebbe da ripassare in quanto scolorita specialmente nel tratto che da Chignero sale al Passo della Serra; una coppia di escursionisti qui incontrati ci segnala, che il sentiero che dal M. Manico del Lume scende a Chignero è infrascato e malamente segnato.
Cartografia:
-Carta dei sentieri e rifugi 1:25000, Riviera di Levante Golfo del Tigullio-Ed. Multigraphic Firenze
Bibliografia essenziale:
-C. Pezzani,S. Grillo-A piedi in Liguria-Guide Iter 2004
Sceneggiatura, personaggi, interpreti ed antefatti…
Facevano parte della compagnia Stefano Castellana, Stefano B., Gabriele Palladino, Vagobrado. Qui sotto la sequenza dell'incredibile e ancora inspiegabile caduta del Pallade...

martedì 16 dicembre 2008

Volontari del CAI "adottano" la Francigena-Articolo su quotidiano LA NAZIONE


Una buona notizia, il C.A.I. di Sarzana ha avuto l'incarico dalla Provincia della Spezia della manutenzione e della cura della segnaletica nel tratto di Via Francigena che transita a cavallo tra Toscana e Liguria. Conosco bene questo percorso e le sue problematiche avendo avuto modo, tra l'altro, di condurre, su incarico dell'Amministrazione Provinciale, la delegazione della società PARMATURISMI promotrice del progetto "Cammina Cammina", fornendo una consulenza per la realizzazione del ROAD BOOK .
In quella occasione avevamo rilevato, oltre al cattivo stato della segnaletica, le cattive condizioni di alcuni tratti di sentiero devastati dal continuo passaggio di moto-fuoristrada. In questo quadro è veramente importante che l'Amministrazione Provinciale, su iniziativa dell'Assessore al Turismo Federico Barli, abbia deciso di finanziare l'intervento, riconoscendo il ruolo del Club Alpino Italiano che, è bene ricordarlo, si avvale di soci volontari, benchè adegautamente formati, in modo da svolgere con competenza e professionalità la tracciatura e la manutenzione dei sentieri. Un augurio di buon lavoro quindi a Cesare Codeluppi e a tutti i volontari che lo aiuteranno nel duro lavoro! (al quale , tempo permettendo, farei bene a contribuire, visto che come socio sono latitante :-). A questo punto, visto che è stato tirato fuori l'argomento, uno dei prossimi post sarà dedicato proprio alla tappa Aulla-Sarzana della Via Francigena, percorsa tanto tempo fa con Tiziana Azzolini di Parma Turismi. Intanto ecco due foto di quella bella giornata.





venerdì 12 dicembre 2008

La Strada di Redemè-percorso ad anello da Loc. Vignale

Durante l’inverno con le giornate ancora corte mi piace appena possibile fare due passi vicino casa senza essere costretti a lunghi giri in auto per raggiungere la meta. E in questo sono fortunato perché sulle colline che circondano La Spezia si sviluppa un’ intricata trama di scalinate, mulattiere, strade militari e sentieri facilmente raggiungibili e ben esposti tanto da godere quasi sempre di un piacevole clima. Ricordo di aver cominciato a scoprire questo patrimonio di scalinate leggendo la guida del Danesi e quindi con quelle dello Spinato. Le pubblicazioni del compianto Giovanni Spinato rappresentano un completo e minuzioso catalogo di questa grande rete pedonale, a cui è bene fare sempre riferimento per quanto riguarda segnaletica e numerazione e per mantenere memoria di questo pubblico patrimonio. Questa che segue è la descrizione dell'escursione del 17 febbraio 2007 in compagnia di Stefano.





L'escursione in breve:
Il percorso parte sulla via per il Monte Parodi, nei pressi del capolinea della linea dell’autobus “Vignale” (373 m slm). E’ questa la quota che stabilisce il confine tra i coltivi con case sparse verso il basso e il bosco misto a castagno leccio e carpino nero alle quote superiori. Dal capolinea, dopo pochi metri di asfaltata salendo verso il Parodi, si prende a sinistra la scalinata selciata (segnavia CAI bianco e rosso, sent 4p) in pietra interrotta poco più avanti da un’altra strada asfaltata che termina a Villa Baffico. Si segue questa strada (indicata sulla carta come sent “b”) ignorando invece la scalinata che continua a salire (4p). Il percorso prosegue senza grandi dislivelli, praticamente in piano, transitando di fianco ad alcune case dall’aria un po' trascurata, godendo di un bel panorama sulla città, le Alpi Apuane e l’Appennino. Si costeggiano a monte le mura di Villa Baffico mentre la strada ora si fa sentiero e si inoltra nel bosco in leggera salita (in realtà un bosco secondario cresciuto sulle antiche coltivazioni terrazzate)
Da qui in avanti il percorso (sent 4q-detto “Strada di Comiago”) prosegue a mezzacosta attraversando la vallata di Biassa appena sotto il monte omonimo; si supera Fosso di Serè, F.so Redemè, Canale di Piazza fino ad incrociare il sent 4e in loc. Ciosetta (476) m proveniente da loc. Sella di Carpena (Osteria Paradiso) a Biassa (342 m). Tra F.so Redemè e Canale di Piazza si raggiunge la quota più elevata del nostro giro sotto loc. Campodormo (500 m slm).
Da Biassa si chiude l’anello percorrendo il sent 4ì (Strada di Redemé) fino al Santuario della Madonna della Guardia (284 m) da dove si ritorna al capolinea, percorrendo un tratto di strada asfaltata (sent c e 4p) tagliata in parte da una scalinata che sale a Bersedo. Di fatto la via del ritorno coincide con la variante bassa dell percorso Alta Via del Golfo (AVG2). Notizie su Biassa



Percorribilità: in considerazione delle condizioni attuali del sentiero, si sconsiglia vivamente di avventurarsi lungo i sentieri citati a meno di non essere escursionisti esperti e tenendo sempre presente che non tutto il persorso è regolarmente segnato e che in alcuni tratti risulta essere esposto e/o infrascato!! A vostro rischio e pericolo quindi!!
Segnavia: segnavia curati dal CAI un po' logori, sent b e 4q non segnati (segni scomparsi?)
Dislivello totale in salita: 205 m

Lunghezza: 6,5 km (misurata con il curvimetro)

Tempi percorrenza: breve giro di mezza giornata; 1 h e 30’ circa per raggiungere Biassa, 1 h 15’ circa per il ritorno
Presenza di acqua potabile: solo a Biassa
Punti di appoggio e ristoro lungo il tragitto:
a Biassa volendo trovate bar, trattoria e pizzeria.

Collegamenti e mezzi di trasporto: da La Spezia linea 15 Via Chiodo-La Foce-Vignale-Parodi; da Biassa linea 19 per La Spezia (consulta orari autobus ATC)



Caratteristiche del fondo: breve tratto di asfaltata dal capolinea all’imbocco della scalinata in pietra che però si lascia quasi subito per riprendere una stradina vicinale asfaltata fino a Villa Baffico. Da qui, sentiero fino a Biassa, a tratti selciato e segnalato da cippi del DM. Questo tratto può presentarsi infrascato e ostacolato da alberi abbattuti in particolare nella sua seconda porzione quando si attraversano i fossi e un disordinato bosco di robinia, sambuco e vitalbe. Da Biassa il sent. di Redemé costeggia stretti muri a secco dei coltivi ed in alcuni brevi tratti risulta esposto, non adatto a chi soffre di vertigini. Il sentiero si immette sulla strada sterrata che serve la galleria della SNAM e che ne ha devastato la fisionomia. La sterrata prosegue in piano terminando al Santuario della Mad. della Guardia. Da qui si prosegue su strada asfaltata, con un breve tratto su scalinata in pietra fino al capolinea.

Ambienti e note naturalistiche interessanti: piacevoli coltivi terrazzati con ulivi, alberi da frutto e orto tra il capolinea e Villa Baffico, nei dintorni di Biassa e tra Mad. Della Guardia e Capolinea. Questi ambienti seppur antropici offrono splendide fioriture tra l’altro, di orchidee selvatiche (Orchis morio, Orchis papilionacea, Orchis provincialis, Serapias spp.). Le formazioni boschive più interessanti sono i Carpineti a carpino nero tra Villa Baffico e Biassa dove è possibile osservare un bellissimo esemplare di cerro-sughera purtroppo rovinato da un fulmine o dal peso della neve qualche anno fa. Intricato e un po' difficoltoso il breve tratto invaso da una boscaglia di robinia,vitalbe e sambuco nero prima di arrivare a Biassa.

Perchè ve lo consigliamo: panoramico, insolito, nostalgico, è assolutamente necessario percorrerlo con continuità per tenerlo “vivo” ed impedire che arroganti localismi finiscano per prevalere, sottraendolo per sempre al piacere e allo spirito di tutti coloro che volessero percorrerlo (“vedi note stonate e degrado”)

Note stonate e degrado: nei pressi del capolinea del Vignale la bella lecceta esposta ad est è stata devastata recentemente dalla costruzione di un fabbricato circondato da un’antiestetica quanto inutile recinzione in cemento e ferro. Sentiero privo di segnaletica a tratti infrascato ed interrotto da alberi abbattuti tra Villa Baffico e Biassa. Strada di Redemè interessata da una vecchia discarica abusiva sotto l’abitato di Biassa e in alcuni tratti la vegetazione è cresciuta qual tanto da rendere difficoltoso e un po' esposto il transito. La strada sterrata della SNAM che anni fa ha interrotto la Strada di Redemè presenta la segnaletica CAI quasi fino al Santuario della Mad. della Guardia dove qualcuno ha provveduto a cancellarla :-((. La strada è interrotta da una sbarra e per chi proviene dal Santuario non è per nulla chiaro dove proseguire per raggiungere Biassa. Un residente in transito con l’auto in quel punto ci rimprovera per essere passati da li sostenendo che la strada è privata. Carta alla mano gli facciamo capire che si sbaglia e rimane un po' imbarazzato di fronte alla nostra sicurezza ma ci tiene a dire che “per questa volta passi, ma è meglio non transitare da qui perché è comunque una strada privata”. Questo è purtroppo uno dei tanti casi di strade, sentieri e scalinate pubbliche “dimenticate” dalle istituzioni, letteralmente rubate alla collettività!

Cartografia:
-La Spezia Ovest-carta escursionistica 1.25000-Studio cartografico italiano-Genova
-Cinque Terre-Golfo della spezia-Momtemarcello-Carta turistica e dei sentieri scala 1:25000-ed. Mutigraphic-Firenze
Bibliografia essenziale:
-G. Spinato, Guida dell’Alta Via del Golfo della Spezia-Studio Cartografico Italiano, Genova
-M. Danesi, Golfo della Spezia, guida agli antichi sentieri,Sagep editrice 1991
Note sulla “Strada di Redemé”
Strada comunale che collega Biassa al santuario della Mad. della Guardia servendo i coltivi terrazzati di Biassa particolarmente fertili e ricchi di acqua. I Biassei la utilizzarono per raggiungere la Nevea del Vignale portando grano e castagne al mulino del posto quando ormai il Mulino Rossi era in rovina. L’abbandono del sentiero iniziò attorno agli anni ’60 del secolo scorso è durò un trentennio finchè fu individuata come logico percorso sul quale far transitare l’AVG (Alta Via del Golfo). I volontari del C.A.I. della Spezia si adoperarono in un massiccio e meritorio intervento di recupero che oggi andrebbe ripetuto. Successivamente il percorso dell’AVG principale fu individuato a quote superiori (appena sotto il M. Parodi) mentre la Strada di Redemé fu indicata come variante bassa (AVG2), ma ben presto dimenticata. Il tratto terminale fino al Santuario il sentiero è stato distrutto dalla costruzione della strada sterrata che serve la galleria SNAM del Parodi

Sceneggiatura, personaggi, interpreti ed antefatti…
Un bel giro in compagnia dell’Amico Stefano Bandini, Dottore Forestale che proprio in questi boschi fece la sua Tesi di Laurea